Barilla, 30 anni di azienda per stabilimento di Novara, il biscottificio dei Ringo e dei Pavesini

Novara, 3 mag. (Adnkronos/Labitalia) – Trenta anni con i marchi del Gruppo Barilla per uno dei poli d’eccellenza del settore bakery e casa di alcuni dei prodotti da forno più amati dagli italiani, dagli Abbracci Mulino Bianco ai Ringo Pavesi. Diventato parte del Gruppo Barilla nel 1994, lo storico stabilimento produttivo di Novara nasce nel 1953 con i prodotti Pavesi ed è arrivato oggi a sfornare oltre 55mila tonnellate di prodotti di qualità che arrivano ogni anno sulle tavole degli italiani.
Qui convive anche la tradizione italiana di Mulino Bianco, con i suoi Abbracci, Nascondini, Cuor di Mela, Baiocchi, e la golosità del mondo Pavesi: Gocciole, Pavesini, Togo e Ringo. Prodotti “pop” da sempre amati dai giovani, usciti da un centro che si conferma d’avanguardia, contribuendo allo sviluppo e al benessere del territorio di Novara.
Lo stabilimento è cresciuto negli anni per personale e oggi dà lavoro a oltre 334 persone Barilla di 12 nazionalità diverse, avendo assunto negli ultimi 5 anni 65 persone a tempo indeterminato. Un centro produttivo d’eccellenza, guidato dalla Direttrice Federica Massari che lavora nel Gruppo da 15 anni e che oggi dirige lo stabilimento di Novara dove 2 manager su 3 sono donne. Un dato che testimonia l’impegno di Barilla nella valorizzazione del talento femminile e nella promozione della leadership sul posto di lavoro: esempio di come in Barilla le capacità e le competenze siano alla base della crescita delle persone.
“Siamo impegnati quotidianamente a investire in innovazione, integrando al nostro lavoro il progresso scientifico senza mai allontanarci dalla tradizione che caratterizza i nostri prodotti da forno. Attraverso i biscotti raccontiamo una storia di esperienza, passione e gusto. A Novara, così come in tutto il Gruppo Barilla, al centro ci sono le persone con le loro competenze e diversità, che rappresentano un valore unico”. racconta Federica Massari, direttrice stabilimento Barilla di Novara.
“Lo stabilimento è un polo d’eccellenza del mondo del bakery ed è fonte di orgoglio poter contribuire alla crescita e all’economia di un territorio che non smette mai di credere nel valore dell’industria e che, per noi di Barilla, è casa”, spiega.
Poliedrico, ma sempre tutto d’un pezzo: questo è Mario Pavesi, il padre dei Pavesini, dei Ringo, dei Togo, ma anche degli Autogrill. Nato nel 1909 a Cilavegna, in provincia di Pavia, è stato in grado di interpretare i tempi e rilanciare un prodotto della tradizione locale novarese, il biscotto Pavesino, rendendolo iconico. Nel 1945 sposta la produzione in Largo Leonardi a Novara ed è proprio lì che i Pavesini prendono la loro forma definitiva: un biscotto piccolo, con poca umidità e per questo facilmente confezionabile e conservabile. Nella visione di Pavesi, però, oltre al prodotto c’è anche un grande spazio per la filiera commerciale, che arriva alla vendita passando per azioni promozionali e per una nuova comunicazione pubblicitaria. Il modello Pavesi è un’innovazione a tutti gli effetti: è infatti lui il primo a prevedere la sostituzione dei trasportatori dipendenti diretti con i “padroncini”, una figura che aggiunge ai suoi compiti anche il rapporto con i clienti e la gestione delle questioni amministrative e organizzative dell’azienda. Ed è sempre di Pavesi l’idea del nuovo spostamento in Corso Vercelli nel 1954, in uno stabilimento poi venduto dall’IRI a Barilla trent’anni fa e che oggi si estende su un’area di 183.000m2.
Sono i primi anni ’60 quando, per la prima volta, viene lanciato in Italia un biscotto farcito composto da due cialde alla vaniglia con in mezzo uno strato di crema: i “Bon-Bon Pavesi”, confezionato in sacchetti trasparenti per mettere in evidenza la golosità della farcitura alla crema. Qualche anno dopo Mario Pavesi ha un’idea vincente: un’innovativa modifica alle linee di produzione consente di cuocere contemporaneamente due cialde di biscotto, una chiara alla vaniglia e una scura al cacao, assemblandole poi con una farcitura alla crema. Quel giorno nascono i Ringo, impilati in una confezione a cilindro dai colori vivacissimi.
Una novità apprezzata sin da subito anche per il nome, ispirato al celebre batterista inglese dei Beatles Ringo Starr e per il lancio accompagnato da un jingle d’eccezione, la celebre Winchester Cathedral. La scelta è quindi molto chiara: Ringo diventa il biscotto delle nuove generazioni. Un biscotto non solo gustoso, ma anche espressione della cultura pop che si stava affermando alla fine degli anni ’60. I Ringo debuttano pubblicamente nel 1967 e vengono subito amati dai teenager, tanto che ancora oggi restano biscotti iconici, apprezzati da tutti, anche dal giovane Kakà che nel 2008 alla guida del pulmino Ringo con la domanda “Do you Ringo?” si fa promotore della Championship più gustosa di sempre.
L’attenzione alla qualità degli ingredienti è ancora oggi la stessa che si mette in famiglia e che si ritrova nei Pavesini, i biscotti simbolo di Novara la cui prima ricetta (farina, zucchero e uova) risale al 1700. Nati nel 1937 con il nome “Biscotti di Novara”, verranno riscoperti da Mario Pavesi, dopo la Seconda Guerra Mondiale nel 1952 diventando gli iconici “Pavesini”. È un’esperienza, quella del conflitto, che convince Pavesi a puntare tutto sulla leggerezza del prodotto, diventando espressione dell’Italia che rinasce e del boom economico.
In quegli anni cambia anche il packaging, reso più accattivante e maneggiabile, permettendo così ai Pavesini di affermarsi. Un successo confermato nel 1960, quando nasce la brillante campagna pubblicitaria ideata da Erberto Carboni “E’ sempre l’ora dei Pavesini”: un titolo che traghetterà il prodotto nella sua espansione. Un patrimonio storico conservato con cura presso l’Archivio Storico, che dal 1987 racconta la storia dell’azienda e dei suoi prodotti. Non solo tante nel tempo le collaborazioni con Pavesini negli anni ‘70 con Topo Gigio che si traduce in una strategia pubblicitaria vivace sino ai giorni nostri, quando i Pavesini interprano il bisogno di leggerezza e di benessere della società e amore per lo sport con Federica Pelligrini con la campagna “Chi ben si allena, vince”.
La gamma Pavesi si arricchisce, nel 1970, di un altro prodotto innovativo: si tratta di Togo, un biscotto a forma di bastoncino, ricoperto di cacao e presentato in una confezione molto suggestiva. Il ricordo è subito all’Africa, con il suo nome, ma anche a un’espressione dialettale piemontese usata per dire “eccezionale”. La prima campagna di Togo esce nel 1972 e si rivolge a un target giovanile, nome e forma sono studiati per questo preciso posizionamento; è un biscotto “sfizioso”, divertente, capace di stare in un’allegra compagnia. La comunicazione si richiama espressamente, con un simpatico gioco di parole, alla forma del prodotto: “Togo il dritto”; un bastoncino ricoperto di cacao che verrà “coccolato da tutti” corredato da un messaggio innovativo che traghetterà Pavesi verso il nuovo millennio puntando su gusto, genuinità e nutrizione.
Lo stabilimento di Novara continua a crescere, ampliarsi e innovarsi, rimanendo al passo con le esigenze dei consumatori e del mercato. Nel 2022, il Board Barilla ha approvato un investimento di 10milioni di euro per aumentarne la capacità produttiva, in vista del lancio dei biscotti “Scacchieri” e “Schiaccianoci” Mulino Bianco e dell’installazione di una nuova linea di produzione, confezionamento ed etichettatura. Una cifra che fa parte del pacchetto da oltre 200milioni di euro che il Gruppo Barilla ha investito negli ultimi 15 anni nello stabilimento, con l’obiettivo di renderlo sempre più innovativo e sostenibile.
Quello di Novara è uno degli stabilimenti chiave per il settore bakery del Gruppo Barilla, con 8 linee di produzione e una capacità produttiva massima di 105mila tonnellate di prodotti all’anno e sforna, tra gli altri, più 520milioni di Abbracci, 330milioni di Nascondini, 110milioni di Cuor di Mela e 100milioni di Cioccograno. Innovazione, senza mai dimenticare le proprie radici che da sempre si ritrovano nella grande cucina dello stabilimento Barilla di Novara, dove esperienza e futuro si fondono e il rispetto per la qualità dei prodotti è essenziale. Lì, Barilla continua a usare lievito madre, uova fresche da galline allevate a terra – nel 2023 sono stati consumati 2.057.938 kg di uova, pari a ben 5.638 kg al giorno – cacao e cioccolato responsabile, latte fresco italiano di alta qualità, yogurt, marmellate 100% italiane, zucchero proveniente dalle migliori filiere certificate e farina di grano tenero da agricoltura sostenibile.
Una realtà che continua a conservare le ricette di prodotti iconici della tradizione di Novara come i Pavesini e i Ringo, ma che è sempre più digitale e innovativa: basti pensare all’introduzione delle linee con sistema di divisione – utilizzate per esempio nella produzione dei nuovi Pavesini Double – che aiutano le persone a governare meglio i processi di produzione. Ma anche alla presenza sempre maggiore di macchine parlanti che aiutano a raccogliere e trasferire più informazioni sull’andamento del processo e coerenza rispetto allo standard impostato. E per saper governare sempre più queste tecnologie, nello stabilimento Barilla di Novara è stata avviata una campagna di assunzioni di giovani neolaureati per le figure di process improvement line leader, impiegati in attività di raccolta dati provenienti dal mondo industry 4.0 con l’obiettivo di ottimizzare processi e qualità coerentemente con gli standard di prodotto.
Il territorio di Novara è prezioso per Barilla. A Galliate si trova infatti il Famoso “Mulino Bianco”, che impiega 20 addetti tra cui esperti in controllo qualità, in macinazione, tecnologi alimentari e agronomi. Un luogo dove tradizione e innovazione coesistono e presso cui vengono macinate oltre 80mila tonnellate di grano all’anno – pari a 12 tonnellate l’ora – e 65mila tonnellate di farina distribuite tra gli stabilimenti di Novara, Cremona, Castiglione e Rubbiano per impastare biscotti, pan bauletto, cracker e fette biscottate. Il Mulino di Galliate, custodendo 100 anni di storia, lavora grano interamente sostenibile, rispettando il disciplinare della Carta del Mulino che prevede l’adozione di un piano di rotazione triennale o quinquennale per le colture principali. Un modo per favorire la fertilità del suolo, l’impiego di varietà di frumento indicate da Barilla e di sementi certificate, la creazione di aree fiorite per favorire la biodiversità, la proliferazione di insetti impollinatori e la messa a disposizione per gli agricoltori in filiera di strumenti digitali per l’ottimizzazione e la sostenibilità delle loro coltivazioni. Il Mulino, tra le altre, produce interamente la farina dei biscotti Buongrano e Gran Cereale: 100% italiana e 100% sostenibile.
A Galliate la farina deve avere una composizione precisa, che va seguita in ogni momento. Ogni singolo chicco di grano viene pre-pulito per eliminare le impurità, per poi essere sottoposto a selezionatrici ottiche che ne consentono un’ulteriore pulizia e gli permettono l’arrivo nei laminatoi, il vero cuore dei mulini. Lì, tra le antiche macine, il grano si tramuta in farina integrale o bianca, pronta per essere trasformata in biscotto o snack.
“La qualità di prodotti nasce da un saper fare antico che oggi si sposa con l’innovazione e la ricerca di materie prime d’eccellenza. Il nostro è un lavoro sinergico che parte dal campo e arriva agli stabilimenti tanto che solo nel 2023 abbiamo rifornito lo stabilimento di Novara con oltre 30.000 tonnellate di farina. Un’esperienza secolare che racconta la storia di un territorio e di un mestiere senza tempo”, ha commentato Michele Zerbini soft wheat & flours italy & galliate mill purchasing senior manager presso Barilla.
Barilla cerca da sempre di rafforzare i legami con le comunità, creare valore e coltivare un dialogo costante in tutti i territori in cui opera con attività per l’inclusione sociale, il supporto e l’accesso al cibo. Quest’anno, in vista della Giornata Mondiale della Croce Rossa che si celebra proprio a Novara l’8 maggio, l’azienda ha scelto di donare alla Croce Rossa locale un’ambulanza di soccorso per il trasporto sanitario alla presenza delle Istituzioni e della comunità locale. Un gesto che accompagna le regolari donazioni di prodotto che il Gruppo fa alle organizzazioni accreditate locali, tra cui la Croce Rossa e il reparto di pediatria oncologica dell’ospedale di Novara. Un’iniziativa partita proprio dalla volontà dei dipendenti volontari e parte del Gruppo ERG di Novara operativo dal 2016, in linea con i principi del Gruppo e il suo percorso nella promozione dell’inclusione nel mondo del lavoro.
“Con molto piacere, nei primi giorni del 2024, siamo stati contattati da Barilla che ci annunciava di voler sostenere la Città donando un nuovo mezzo di soccorso. Per noi è stato un importante momento, poiché una grande azienda come Barilla ha deciso di aiutare la nostra città, ma in particolare la nostra organizzazione, comitato territoriale di Novara della Croce rossa italiana. Il mezzo sarà adibito al soccorso avanzato destinato al trasporto di culla termica neonatale per i nati con difficoltà sanitarie. Sarà un mezzo dotato delle migliori attrezzature e dei migliori dispositivi destinati a svolgere un servizio estremamente importante per tutto il nostro territorio. Un grande grazie a tutto il Gruppo Barilla che ha scelto la nostra Associazione per dare un aiuto alla cittadinanza di Novara”, è il commento di Paolo Pellizzari, presidente comitato territoriale di Novara della Croce Rossa Italiana.
Non solo: tra i progetti si annovera la collaborazione con l’Associazione nazionale genitori persone con autismo, che coinvolge giovani con autismo e i loro educatori in attività di allestimento dei prodotti Barilla presso lo spaccio aziendale. Forte anche la sintonia con l’Unione Italiana Ciechi, con la quale volontari del Gruppo ERG Barilla di Novara si impegnano nel raccontare e far vivere attraverso attività sensoriali le linee e gli spazi dello stabilimento.

(Adnkronos)