Chinatown o Associna?

nickk67Negli ultimi giorni abbiamo avuto modo di vedere le immagini dei disordini scoppiati a Milano tra la comunità cinese e la polizia. Tralasciamo ora l’episodio: per quanto grave o emblematico lo si voglia considerare, se n’è già abbondantemente parlato – e si continuerà a farlo, tra le polemiche più faziose.

InfophotoNegli ultimi giorni abbiamo avuto modo di vedere le immagini dei disordini scoppiati a Milano tra la comunità cinese e la polizia. Tralasciamo ora l’episodio: per quanto grave o emblematico lo si voglia considerare, se n’è già abbondantemente parlato – e si continuerà a farlo, tra le polemiche più faziose.

Quello che colpisce degli avvenimenti recenti è il consequenziale riemergere di vecchi stereotipi evidentemente mai sopiti: l’isolamento dei cinesi, la loro mancata adeguatezza alle regole sociali e civili del Bel Paese, il loro voler essere comunità chiusa, “ghetto” autogestito all’interno di ormai sempre più città italiane – dimenticavo il sempiterno grido d’allarme per l’“invasione”…

Come per la maggioranza dei luoghi comuni, un fondo di verità c’è, e negarlo sarebbe ipocrita. La differenza tra ipocrisia e atteggiamenti razzisti è però meno sottile di quanto si possa pensare. Entrambi gli atteggiamenti si fondano su una “strategia dell’accomunanza”: attribuire caratteri comuni a un insieme di persone, generalizzando. Tale visione del mondo permette indistintamente di passare da una generalizzazione positiva (i cinesi sono aperti, non è vero che si isolano) a una negativa (i cinesi sono molto chiusi, non si riesce a entrare veramente in contatto con loro). Come ripetevano i nostri neanche tanto saggi predecessori, in medio stat virtus: e ne porterò qui di seguito un paio di esempi.

Cercando notizie sulle comunità cinesi in Italia, mi imbatto in tre siti differenti.
Il primo, Cinaoggi.it, è un portale che raccoglie le notizie più varie, offrendo anche servizi di interpretariato.
Il secondo, Tuttocina.it, è un altro portale, gestito dal Centro Oriente di Torino e dall’Istituto Italo-Cinese di Milano; presenta una serie di notizie e approfondimenti culturali sul mondo cinese, e offre corsi di ogni tipo, dalla calligrafia al fengshui.
Finalmente trovo qualcosa di originale: Associna.com è un’associazione gestita da giovani di origine cinese che vivono in Italia. Leggete la loro presentazione:

“AssoCina è nata spontaneamente dall’incontro di un gruppo di ragazzi di seconde generazioni su internet (il forum originario si chiamava Perla d’oriente, uno spazio dove abbiamo coltivato soprattutto amicizie). 
Abbiamo sentito la necessità di costituire un’associazione diversa da quelli già esistenti nella comunità cinese, un’associazione che rappresenti la realtà delle seconde generazioni, ovvero le persone che sono nate o cresciute in Italia. 

La generazione dei primi immigrati cinesi in Italia è una generazione sicuramente molto chiusa. Questa chiusura è dato fondamentalmente da due fattori. In primis queste persone, per altro con grande coraggio e determinazione, hanno voluto spostarsi di 10mila chilometri per riuscire ad ottenere condizioni economiche migliori di quelle in cui versavano nel proprio paese. Il loro principale interesse è quindi di tipo economico, fondano generalmente la loro presenza nel territorio italiano sul lavoro, lavoro e lavoro. Questo toglie tempo e interesse per altre esigenze comunque rilevanti. Il secondo fattore è dato dalla lingua: il cinese, a differenza di altre lingue straniere, è totalmente diverso dalla lingua italiana. Per un cinese, magari in un’età matura, non è affatto semplice imparare l’italiano, così come lo è per un italiano di media età nei confronti della lingua orientale.
Questi fattori, insieme ad altri, determinano la chiusura della comunità cinese e rappresentano le principali differenze delle prime generazioni di cinese rispetto a quelle successive. 

I loro figli sono cresciuti nelle scuole italiane, nella vita italiana, parlano l’italiano e hanno nuove esigenze e prospettive di vita. Hanno voglia di interagire coi loro coetanei italiani e non, hanno voglia di realizzarsi in altri campi ed altri modi rispetto ai loro predecessori, hanno voglia di vivere nella loro seconda (o prima) patria. Insomma, hanno voglia di aprirsi, e questo processo non deve essere ingiustamente ostacolato dalle barriere che spesso ci vengono poste, barriere inutili causate dalla diffidenza verso il diverso (in questo caso solo esteriormente) alimentate da luoghi comuni e pregiudizi. Le stesse istituzioni e i media generalizzano troppo, e spesso puntando il dito esclusivamente sulla comunità cinese su temi che dovrebbero interessare tutti. Bisogna distinguere i criminali dalle persone per bene, i rei dagli innocenti e non i cinesi dagli italiani. Le esigenze di sicurezza, di qualità della vita sono di tutti. Le future generazioni devono crescere in un clima meno discriminantorio con leggi meno limitative, solo così sarà possibile una migliore convivenza fra le persone, evitando inutili rancori reciproci spesso causati da delle incomprensioni. 

AssoCina è quindi una associazione genuina nata dalla volontà di persone che vogliono costituire un ponte di comunicazione fra le comunità. 
Oltre alla partecipazione a varie iniziative culturali e alla promozione di quelle proprie, dedichiamo il nostro impegno nella cura del nostro sito (www.associna.com) per realizzare le seguenti funzioni:

1) sostenere un progetto di apertura della comunità cinese; 
2) rappresentare la voce delle seconde generazioni, di fornire una informazione che completi quella dei media, spesso con visioni parziali; 
3) costituire un luogo (in questo caso virtuale, e con alcune nostre iniziative anche reale) di incontro delle varie comunità, per comunicare, confrontarci e magari comprenderci. 

Ci adoperiamo in tal senso, così da abituare le varie comunità a stare insieme, nella ricchezza della loro singolare diversità. 
In un mondo globalizzato, dove cinesi e italiani (come tanti altri) sono dappertutto (si pensi anche ai tanti italiani che sono a Shanghai, Pechino e in tutto il resto della Cina), è anacronico rinchiudersi in se stessi. 
La convivenza è necessaria e dipende molto dal nostro impegno, in quanto rappresentanti del futuro, e dal fatto che non si pongano ingiustificati limiti ad una integrazione multietnica. Basta quindi con la caccia alle streghe, dove le streghe moderne sono ovviamente gli stranieri. Tale ostilità rappresenta un rifiuto della società in cui viviamo nei confronti delle seconde generazioni, persone che al di là dell’involucro esteriore, sono equivalenti ai loro coetanei italiani.”

La voce dei timidi cinesi inizia quindi a farsi sentire, con messaggi che purtroppo non si possono ancora dare per scontati – in una società ideale, che bisogna ci sarebbe di gridare la voglia di essere riconosciuti e rispettati?

E a volte i nostri ormai concittadini non sono soli nel loro gridare all’ingiustizia. La lettera seguente è tratta da CinaOggi.it, ed esprime il pensiero di un milanese sui disordini avvenuti nella sua città.

"Come cittadino Milanese ritengo increscioso il comportamento dimostrato dalla polizia. Ho visto decine di macchine della polizia correre sul luogo, uscire dalle macchine con giubotti antiproiettili e correre verso dimostranti pacifici. Eccessivo l’atteggiamento della polizia anziché contenere la manifestazione ha caricato (vedere foto di tutti i quotidiani). Indegna l’assenza di intervento dell’assessore e del sindaco che limitatamente si è pronunciata in una conferenza stampa.
Da anni si vede un certo tipo di accanimento nei confronti della comunità Cinese che orgogliosamente e faticosamente ha pagato caro l’inserimento e l’acquisto dei locali commerciali, pagando fior di quattrini agli Italiani, che ora li vogliono cacciare.
Sono state create regole di disugualianza e a misura solo per loro, prima gli allontanano le zone di carico e scarico e poi gli vietano il trasporto della merce sui carrelli, mentre a pochi passi di distanza, macchine mal parcheggiate dei residenti, impediscono da anni il transito a mezzi tranviari senza mai essere né multati né rimossi. Porto la piena solidarietà alla comunità Cinese.
Sergio"

Due cori, uno di giovani cinesi, l’altro di un cittadino italiano, tesi a gettare ponti, a combattere i pregiudizi, a riconoscere e valutare i problemi reali dell’integrazione per poterli affrontare con concretezza.

Senza dubbio, due gocce nell’oceano, quell’oceano di volti, toni e suoni multicolori che è già l’Italia. Eppure due gocce possono essere l’inizio di un diluvio, ed è quello che ci auguriamo.

Elisa Gamba

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