SICCITÀ: PADOVA LANCIA L’ALLARME

(tratto da https://ecopolis.legambientepadova.it/siccita/) di Marina Molinari, Redazione Ecopolis

Dopo l’inverno drammatico arriva l’ipotesi di prelevare acqua dal fiume Adige per scongiurare la secca dei canali e i problemi connessi.

L’inverno che si sta per concludere passerà alla storia come uno dei più secchi della storia. Secondo il “Rapporto sulla risorsa idrica in Veneto” pubblicato da ARPAV, nel mese di febbraio sul Veneto sono caduti mediamente 3 mm di precipitazionementre la media del periodo 1994-2022 è di 60 mm. Il rapporto riferisce anche che «“Gli apporti meteorici mensili sul territorio regionale sono pressoché nulli (-96%) e sono stimabili in circa 46 milioni di metri cubi d’acqua».

La situazione è drammatica in tutti i bacini idrografici della Regione: fiumi, laghi e montagne riscontrano condizioni di elevato deficit pluviometrico e servirebbero 4 ore di pioggia e neve al giorno per cinque mesi consecutivi per riportare la situazione ad un livello non allarmante.

Mentre il Governo decide di nominare un commissario ad hoc per l’emergenza siccità e si moltiplicano gli appelli di associazioni ed enti al Governo perché venga definita una strategia idrica nazionale e non mancano le grida di allarme da parte della politica locale.

Padova l’estate scorsa si è trovata ad affrontare una situazione inedita di secca eccezionale, anticipando per certi versi una situazione che quest’anno si prospetta estesa a tutta la regione e in generale al paese. Un triste primato, dovuto alla particolare conformazione geografica del nostro territorio, del quale abbiamo ben impresse le immagini del Tronco Maestro e delle derivazioni interne completamente in secca, la conseguente moria di pesci, il moltiplicarsi di zanzare e i problemi di tipo igienico sanitario che ne sono derivati.

Di questo passo però la situazione che abbiamo già visto verificarsi nei mesi più caldi dell’anno, luglio e agosto, potrebbe essere anticipata alle prossime settimane e protrarsi fino all’autunno con danni incalcolabili, fino ad arrivare alla difficoltà nell’erogazione dei servizi. Basti pensare che non è ancora iniziata la stagione irrigua e le temperature sono contenute, ma in città il quantitativo d’acqua è inferiore ad ogni classifica storica, con fiumi e canali che registrano una portata al di sotto del 50% della media.

Da un anno a questa parte si riunisce periodicamente un tavolo tecnico sulla siccità che vede la presenza del Comune di Padova, del Genio Civile, del Consorzio di Bonifica, di AcegasApsAmga, Ulss e Arpav, che monitora la situazione e ha già espresso molta preoccupazione, lanciando un allarme e chiedendo alla Regione di riflettere insieme, dati alla mano, sulle soluzioni migliori per prevenire una crisi che rischia di essere irreversibile.

Da questi incontri è emersa anche una prima proposta che permetterebbe di dare un po’ di sollievo al territorio padovano: In caso di necessità si potrebbe attingere lacqua dal fiume Adige attraverso il canale artificiale LEB, utilizzato in particolare per l’irrigazione. Secondo quanto riportato dal Comune di Padova e condiviso dagli enti partecipanti al Tavolo Tecnico, prelevando un quantitativo di 5mc al secondo e solo alloccorrenza, grazie all’infrastruttura che collega le acque ad Ovest della Regione con il territorio padovano, si potrebbe aiutare la città con una portata minima.

Si tratterebbe di una riorganizzazione complessiva dei flussi dacqua e come tale deve essere decisa e applicata dagli organi competenti, ovvero dalla Regione Veneto. I Comuni infatti hanno competenze molto limitate in questo campo e senza un intervento “dall’alto”, su un piano più generale, il rischio sarebbe quello di innescare una “guerra dell’acqua” che non farebbe bene a nessuno.

Vista la situazione, è possibile questo sia uno dei temi che dovranno essere affrontati dal commissario straordinario e dalla cabina di regia nominati dal governo e l’auspicio è che, dopo aver riconosciuto l’emergenza, si agisca con quella che Legambiente definisce «una strategia nazionale idrica che abbia un approccio circolare con interventi di breve, medio e lungo periodo, che favoriscano da una parte l’adattamento ai cambiamenti climatici, e dall’altro permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi».

La grande siccità che affligge l’intera Europa è effetto tangibile dei cambiamenti climatici. Non possiamo più rincorrere l’emergenza: è tempo di politiche lungimiranti, di sinergia tra Enti, ognuno per le proprie competenze, guardando al benessere e alla tutela di tutti. Domani sarà troppo tardi.

Marina Molinari, Redazione Ecopolis