Putin torna dall”amico’ Xi, l'”interazione strategica” tra Russia e Cina


Una visita di due giorni che, secondo la Cnn, è “l’ultimo segno del crescente allineamento” tra i due Paesi “in un contesto di inasprimento delle linee di frattura globali”
Pechino, 14 mag. Era il 17 ottobre del 2023. Vladimir Putin sbarcava in Cina per la sua seconda visita all’estero dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, nel febbraio 2022. Nel gigante asiatico è di nuovo tutto pronto per accogliere – giovedì 6 maggio – il leader russo, questa volta alla sua prima missione fuori dai confini della Federazione dall’insediamento per un nuovo, quinto mandato. E mentre le forze russe sono protagoniste di una nuova offensiva in terra ucraina. Si tratterà di una visita di due giorni, su invito del leader cinese Xi Jinping, appena rientrato dal tour in Europa che lo ha portato in Francia, Serbia e Ungheria. E che lo scorso anno aveva scelto la Russia come prima meta dopo la riconferma a presidente della Repubblica Popolare, uno storico terzo incarico, e dopo il mandato d’arresto della Corte penale internazionale contro Putin.
La seconda visita in Cina in meno di un anno di Putin è, secondo la Cnn, “l’ultimo segno del crescente allineamento” tra i due Paesi “in un contesto di inasprimento delle linee di frattura globali, mentre la guerra devasta Gaza e l’Ucraina”. Una missione che avviene a un mese dalla conferenza sulla pace in Ucraina prevista a metà giugno in Svizzera e, stando agli osservatori citati dalla rete americana, nel quadro di un “coordinamento di interessi, non molto stretto ma in crescita, tra i Paesi dichiaratamente antiamericani”, con la Corea del Nord – la cui economia dipende quasi interamente dalla Cina – accusata di sostenere la Russia con forniture belliche. E lo stesso vale per l’Iran (dallo scorso anno nei Brics e nella Sco). “La Russia sta ricevendo sostegno per la sua guerra di aggressione da Cina, Iran e Corea del Nord”, ha avvertito ad aprile il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
Cina e Russia, insistono da Pechino, celebrano quest’anno i 75 anni dall’avvio dei rapporti e le relazioni bilaterali, la cooperazione “in vari settori” e “questioni regionali e internazionali di interesse comune” saranno in cima all’agenda dei colloqui tra i due leader. Mosca e Pechino, scrive l’agenzia russa Tass, “sono legate da rapporti di partnership globale e interazione strategica” e Putin e Xi, “oltre ai rapporti di lavoro sono anche amici”. Secondo il Cremlino, dopo i colloqui i due leader – che si sono visti più di 40 volte – firmeranno una dichiarazione congiunta e “una serie di documenti bilaterali”. Mosca e Pechino devono ancora arrivare a un accordo sul gasdotto Power of Siberia 2.
Lo scorso anno il volume dell’interscambio commerciale ha raggiunto i 240 miliardi di dollari, un record. Dal febbraio 2022 Pechino è diventata il mercato principale per il petrolio e il gas russi. Anche se i dati ufficiali diffusi da Pechino per il periodo di marzo e aprile parlano di un calo nell’export verso la Russia rispetto allo scorso anno, un segnale del fatto – evidenzia la Cnn – che il gigante asiatico potrebbe aver deciso misure per mettersi al riparo da sanzioni occidentali.
Eppure “la Russia è fondamentale per la grande strategia della Cina” e a Pechino “c’è un forte interesse ad assicurarsi che la Russia non perda la guerra”, dice Manoj Kewalramani del centro di ricerca Takshashila Institution di Bangalore, citato dalla rete americana. Intanto a Kiev c’è il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, che il mese scorso era a Pechino da dove ha lanciato un monito ai leader cinesi, chiedendo di fermare l’esportazione di materiali che consentono alla Russia di ricostruire la sua base industriale e minacciando sanzioni in caso contrario. Perché le importazioni dalla Russia riguardano anche componenti per far funzionare la macchina militare.
La visita di Putin nel gigante asiatico prevede anche un faccia a faccia con il premier cinese Li Qiang, prima che Putin si sposti ad Harbin per l’apertura dell’ottava Russia-Cina Expo e del quarto Forum Russia-Cina di cooperazione interregionale. Tutto dopo la visita di inizio aprile a Pechino del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.
Uno degli obiettivi principali di Putin in Cina, scrive sul Financial Times Alexandra Prokopenko del Carnegie Russia Eurasia Center di Berlino, sarà trovare il modo per minimizzare qualsiasi forma di interruzione dell’ancora di salvezza che la Cina gli ha assicurato dal punto vista dell’economia sin dal’invasione dell’Ucraina ed è rilevante che durante il rimpasto di Putin funzionari chiave per le relazioni sino-russe siano rimasti al loro posto, mentre il nuovo ministro della Difesa, Andrei Belousov, è un economista con profondi legami con la leadership cinese.
Putin, 72 anni a ottobre, è entrato per la prima volta al Cremlino alla fine del 1999 e resterà al potere almeno fino al 2030, puntando al 2036. Xi, che a metà giugno festeggerà i 71 anni, divenne presidente nel 2013 e, con l’abolizione del limite di due mandati alla presidenza, può rimanere presidente a vita. Con Putin aveva consolidato un’intesa “senza limiti” poco prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Quella che per il Cremlino è una “operazione militare speciale” e che la Cina non ha mai condannato. Così come Cina e Russia non hanno mai condannato esplicitamente Hamas per l’attacco dello scorso 7 ottobre in Israele. Eppure, quando una settimana fa Putin giurava da nuovo zar, Xi era in Europa.

(Adnkronos)