Nuovo ‘colpo’ dei Carabinieri Tpc, dagli Usa opere da 60 mln

Opere d’antiquariato, beni archivistici, numismatici e soprattutto archeologici del periodo che va dal IX secolo a.C. al II secolo d.C. In tutto 600 opere d’arte rimpatriate dagli Stati Uniti dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc). Questo il patrimonio, dal valore stimato in circa 60 milioni di euro, presentato oggi a Roma, all’Istituto Centrale per il Restauro, nel corso di una cerimonia cui hanno partecipato il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, il Comandante dei Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale Francesco Gargaro, il capo della Procura di Manhattan, Matthew Bogdanos, il comandante delle Unità Mobili e Specializzate dell’Arma dei Carabinieri, il Massimo Mennitti e l’ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, Jack Markell. Si tratta di beni, oggetto di scavi clandestini nel centro-sud d’Italia e furti a danno di chiese, musei e privati, riportati nel nostro Paese grazie alle numerose indagini condotte dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale con diverse Procure della Repubblica nazionali, coadiuvate dal New York District Attorney’s Office e dall’Homeland Security Investigations statunitense.

“Oggi – ha affermato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – è una bellissima giornata per il patrimonio culturale della Nazione per il rientro in patria di centinaia di opere d’arte sottratte ed esportate illecitamente all’estero. Grazie all’insostituibile azione dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, una vera eccellenza investigativa della Nazione, insieme alla preziosa collaborazione delle autorità statunitensi, registriamo un ulteriore successo su questo fronte”.

“Riportare in Italia questi beni – ha aggiunto il ministro – permetterà anche di sanare tante ferite che si sono aperte negli anni nei territori dove sono stati trafugati, privando le comunità di pezzi importanti della loro identità. Fondamentale, anche in questa lunga e articolata attività, è stata la ‘Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti’ del MiC, che rappresenta il più grande archivio al mondo di beni d’arte rubati, con informazioni su oltre 7 milioni di oggetti censiti, di cui oltre 1,3 milioni di opere da ricercare”, ha sottolineato.

Sono tanti, dunque, i beni rientrati nel nostro Paese tra cui: un mosaico raffigurante il mito di Orfeo che incanta gli animali selvaggi con il suono della lira, metà III – metà IV secolo d.C., localizzato dal District Attorney’s Office nella collezione privata di un collezionista di New York, risultato essere frutto di scavi illeciti avvenuti in Sicilia prima del 1991; un tetradramma da Naxos in argento, IV secolo a.C., raffigurante gli dei del vino Dioniso sul dritto e Sileno sul rovescio, frutto di scavi illeciti avvenuti prima del 2013 in Sicilia e successivamente esportato clandestinamente nel Regno Unito.

Il bene è stato localizzato e sequestrato a New York nel 2023 dove si trovava in vendita a 500.000 dollari; una corazza e due teste in bronzo risalenti al IV-III secolo a.C., localizzate dal District Attorney’s Office nella disponibilità di un noto gallerista di New York, quindi sequestrate poiché risultate essere provento di scavi clandestini avvenuti in Italia centro-meridionale; centinaia di capolavori, di elevato valore economico, depredati dai ‘tombaroli’ in tutta la Penisola: vasi villanoviani, buccheri e lastre dipinte etruschi, anfore e crateri apuli, coppe in argento, teste in marmo e bronzo, interi corredi funerari sradicati dal loro originario contesto.

E ancora, tra i beni rimpatriati, ci sono anche una corazza e due teste in bronzo risalenti al IV-III secolo a.C., localizzate dal District Attorney’s Office “nella disponibilità di un noto gallerista di New York”. Beni sequestrati poiché risultati erano frutto di scavi clandestini avvenuti in Italia centro-meridionale. “Il rientro in Italia di beni culturali di tanta importanza sia per la loro consistenza numerica sia per il valore storico artistico è un traguardo significativo”, ha affermato il sottosegretario alla Cultura Mazzi che ha aggiunto: “Oltre ad essere opere d’arte di inestimabile valore rappresentano l’alta espressione della nostra storia, della nostra cultura e della nostra identità nazionale”.

Secondo Mazzi, “ogni recupero contribuisce a rafforzarci restituendo al nostro patrimonio frammenti spezzati della nostra eredità storica. La cerimonia di oggi è anche la testimonianza concreta della forza della cooperazione internazionale con gli Stati Uniti d’America che sono il nostro alleato di riferimento in tante sfide essenziali per il presente e il futuro dell’Italia, ed è eccellente la collaborazione tra i due governi. La lotta al traffico internazionali di beni culturali è un fiore all’occhiello di questa collaborazione”.

“Condividiamo – ha osservato Mazzi – con il governo americano principi e valori comuni: la tutela del patrimonio culturale come elemento identitario di un popolo e di una Nazione, la lotta al crimine che come ci insegnavano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non ha frontiere e deve essere combattuta insieme dagli Stati sul piano bilaterale e multilaterale. Questo è quello che facciamo con gli Stati Uniti e questo modello di riferimento lo presenteremo alla riunione dei ministri della cultura del G7 che si terrà a settembre a Napoli”. L’ambasciatore degli Stati Uniti ha voluto “ringraziare in particolare modo l’Italia per l’assistenza tecnica che verrà fornita per il restauro della Cattedrale della Trasfigurazione a Odessa”.

(ADNKRONOS)