I benefici della musica sono anche fiscali: ecco perché

Tra gli innumerevoli benefici che la musica offre ci sono anche quelli fiscali. E infatti le spese sostenute per ragazzi e ragazze che frequentano bande, cori, conservatori possono essere inserite nel modello 730/2024 per ottenere una detrazione IRPEF che può arrivare fino a un massimo di 190 euro.

Lo studio della musica, infatti, rientra nel lungo elenco di costi che, quando vengono indicate nella dichiarazione dei redditi, riducono l’imposta da versare.

Per ottenere l’agevolazione, però, ci sono precisi requisiti da rispettare: da quelli anagrafici a quelli reddituali.

Detraibili nel modello 730/2024 anche le spese per lo studio della musica per figli fino ai 18 anni

Prima di entrare più nel dettaglio vale la pena ricordare la differenza tra deduzione e detrazione, la prima riduce il reddito complessivo su cui calcolare l’imposta, la seconda ha un impatto sulla stessa imposta da versare, riducendola in percentuale.

Il cosiddetto bonus musica rientra nella seconda categoria ed è regolato dall’articolo 15 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

Rientra tra i benefici fiscali che si ottengono in maniera automatica tramite la dichiarazione dei redditi e che sono strutturali, non hanno bisogno di conferme di anno in anno.

L’agevolazione consiste in una detrazione IRPEF pari al 19 per cento che si ottiene senza presentare domanda. Basta indicare nel modello 730/2024, da inviare entro la scadenza del 30 settembre, le spese per lo studio e la pratica della musica di ragazzi e ragazze tra i 5 e i 18 anni, anche quando sono fiscalmente a carico come ad esempio i figli o le figlie.

Il bonus spetta ai contribuenti che hanno un reddito complessivo fino a 36.000 euro, la verifica del limite deve essere effettuata considerando anche “il reddito dei fabbricati assoggettato alla cedolare secca sulle locazioni e ad imposta sostitutiva in applicazione del regime forfetario”, specifica l’Agenzia delle Entrate nelle istruzioni dedicate.

Modello 730/2024: come si calcola la detrazione per le spese dello studio della musica

In particolare nella dichiarazione dei redditi di quest’anno possono trovare posto i costi sostenuti nel 2023 per l’iscrizione annuale e l’abbonamento relativi a:

● conservatori di musica;

● istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) legalmente riconosciute;

● scuole di musica iscritte nei registri regionali;

● cori, bande e scuole di musica riconosciuti da una pubblica amministrazione.

Per accedere all’agevolazione i pagamenti devono essere stati effettuati con modalità tracciabili, quindi con versamento postale o bancario, ovvero con carte di debito, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari e circolari.

La detrazione IRPEF del 19 per cento si calcola su un importo massimo di spese per lo studio della musica pari 1.000 euro per ogni ragazzo o ragazza: il suo valore, quindi, non può superare i 190 euro.

Se, però, all’interno della stessa famiglia due fratelli studiano musica, il bonus spetta per entrambi.

Un’altra regola da sottolineare riguarda le spese condivise dai genitori: se entrambi contribuiscono alla formazione musicale dello stesso ragazzo o della stessa ragazza, la detrazione può essere ripartita, ma sul documento di spesa va indicata la quota detratta dai diversi beneficiari dell’agevolazione.

In presenza dei requisiti richiesti, le spese detraibili che danno diritto al bonus musica devono essere indicate nel quadro E del modello 730 specificano il codice 45, chi utilizza il modello Redditi persone fisiche, invece, deve far riferimento al quadro RP.

(ADNKRONOS)