Al via la 39ª edizione della “Festa dea Trebiatura” a Campodoro

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Torna a Campodoro la Festa dea Trebiatura: nel prossimo fine settimana, fino al 23 giugno, il Comune padovano accoglierà la festa in onore dell’antica tradizione con spettacoli, momenti conviviali, la grande esposizione di trattori e una mostra dedicata ai veneti emigrati. È atteso un pubblico numeroso e proveniente da diverse parti d’Italia per la 39° edizione dell’appuntamento con le tradizioni contadine di aratura e trebbiatura, quest’anno con una dedica speciale alle persone che dal Veneto sono andate in altri Paesi in cerca di fortuna.

La Festa è proposta dal Comune di Campodoro e ha numerosi patrocini tra cui Regione Veneto, Provincia di Padova, Provincia di Vicenza, Provincia di Treviso, Consorzio di bonifica Pedemontano Brenta.

«La festa della trebbiatura è da sempre uno degli eventi più amati e questa edizione è particolarmente attesa per la novità di quest’anno: la dedica ai veneti emigrati in altre Regioni italiane e in terra straniera – sottolinea Vincenzo Gottardo, delegato della Provincia di Padova alla Agricoltura -. Sarà una grande festa in cui avremo modo di ricordare la vita nei campi dei nostri nonni e di valorizzare le tipicità e le tradizioni del nostro territorio. Inoltre questo appuntamento si conferma molto attrattivo anche da un punto di vista turistico poiché molti visitatori e appassionati del settore si spostano da diverse regioni italiane per raggiungere Campodoro e assistere agli eventi proposti, in particolare le sfilate e le gare di trattori».

Il sindaco di Campodoro, Gianfranco Vezzaro ricorda «L’impegno dell’Amministrazione comunale per far crescere la festa della terra e delle nostre radici, in modo che anche le nuove generazioni possano vedere come i nostri nonni lavoravano nei campi nel XX Secolo. La novità di quest’anno è la mostra fotografica, a cui sarà dedicato uno stand, allestita con la collaborazione delle associazioni di padovani e vicentini nel mondo, che racconterà l’emigrazione veneta interna (in particolare verso il Pontino e la Sardegna) ed esterna verso Paesi come il Brasile, l’Argentina, il Sudamerica. Ci sarà inoltre la possibilità di conoscere il grande ruolo svolto dalle operazioni di bonifica. Non mancherà, inoltre, la sfilata storica dei trattori con le prove di aratura e trebbiatura».

La Festa di quest’anno ha visto la partecipazione di numerosi Enti, «A partire dalla Regione – aggiunge Vezzaro – dalle Province e dal Consorzio di bonifica Pedemontano Brenta a cui Campodoro fa riferimento».

«Quando la povertà e la miseria causavano sofferenza alla popolazione veneta – il commento di Gianpaolo Filippi, presidente dell’associazione Amissi dea Trebiatura – tanti lavoratori emigrarono nel mondo per trovare sostentamento per sé e per la propria famiglia. Oltre all’emigrazione verso Paesi stranieri, un ruolo rilevante è stato ricoperto dall’emigrazione interna (basti citare il Pontino, la Maremma), dove l’operosità dei veneti e la particolare attitudine al lavoro hanno permesso di bonificare grandi aree paludose. Sabato 22 e domenica 23 giugno saranno due giornate in cui ripensare alle nostre radici e riconoscere le nostre identità, la storia, le tradizioni».

Il compito di raccontare la vita dei migranti veneti è affidato, appunto, alla mostra “Omaggio ai veneti emigrati – La storia di una terra, l’orgoglio di un popolo” allestita a cura del Centro Studi Grandi Migrazioni di cui è presidente Giorgia Miazzo che afferma: «Il museo itinerante presenterà la storia della Grande Migrazione italo-veneta di questi ultimi 150 anni. Al febbraio del 1874 si fa, infatti, tradizionalmente risalire la partenza della prima nave di migranti veneti e trentini verso il Brasile, che a oggi è tuttora la comunità di discendenti italiani più numerosa al mondo, con circa 30 milioni di presenze, delle quali 12 milioni di origine veneta. Oltre alle Americhe, si parla di Europa con Francia, Germania, Svizzera, Belgio, ma anche di Australia, Nuova Zelanda e Sud-Africa. In ogni storia si legge il dolore della partenza, la disperazione, ma anche il coraggio di superare gli ostacoli e la volontà di stabilizzarsi. È singolare, inoltre, osservare come, a distanza di un secolo e mezzo, si stia assistendo a un nuovo, grande, flusso migratorio verso le stesse destinazioni di fine ‘800: si calcola che negli ultimi dieci anni sia emigrato circa un milione e mezzo di giovani e adulti italiani per lo più verso Canada, Stati Uniti, Germania, Svizzera – con le “nuove” mete del mondo arabo e asiatico – in cerca di nuove opportunità e sfide».

(Provincia di Padova)