Comune di Padova: apertura della mostra di Andrea Schettin Fotografo Urbex Mondi Paralleli

Andrea Schettin Fotografo Urbex Mondi Paralleli 21 giugno 2024 – 30 giugno 2024 Galleria d’arte contemporanea Gallery 360 via G.Anghinoni, 2.
L’esposizione fotografica, con il patrocinio del Comune di Padova e curata da Damiano Miotto, presenta un estratto dell’excursus creativo del fotografo urbex vicentino Andrea Schettin. Si chiamano urbex i fotografi che praticano la “urbex exploration”, una forma d’arte che consiste nell’esplorare e fotografare i luoghi costruiti dall’uomo e abbandonati a se stessi. Palazzi, fabbriche, ospedali, edifici o interi quartieri abbandonati, assumono una nuova

dimensione. Il tempo non si ferma ma si adatta al naturale evolvere della vegetazione con la quale va lentamente in simbiosi. La natura prende possesso degli spazi e come un nuovo abitante ne modifica gli elementi.

Andrea Schettin, fotografo vicentino, inizia il suo percorso fotografico negli anni ’80 definendo il suo stile nel 2015 quando in un’infiltrazione in un vecchio lanificio, ha avuto la percezione esatta di viaggiare in un “mondo che ha avuto un altro tempo”. Andrea Schettin vanta più di trecento collezioni fotografiche eseguite in vari luoghi del pianeta. In principio esegue molti servizi in città italiane, in particolare a Venezia, allargando i suoi orizzonti in molti altri paesi tra i quali: Armenia, Chernobil nella sua città fantasma di Pryp’jat , Tenerife nel lebbrosario di Abades, in varie locations in Croazia, in Bulgaria al Buzludzha, un palazzo del governo abbandonato sulle montagne, in Venezuela e a Cuba immortalando la sua struggente decadenza figlia dell’embargo. Il suo slogan è “….c’è dell’abbandono!…dietro al muro si trova un’altra civiltà, i rumori cambiano, le luci cambiano, cambia la percezione del tempo. Si trovano graffiti di street art, case abbandonate, vestiti ed oggetti, anche macchinari, a volte sembra di entrare in una astronave dimenticata o in una dimensione parallela post atomica. Questi luoghi sono stati abbandonati dall’uomo ma continuano a vivere un loro tempo. Io ci entro silenziosamente per rispettare e per essere solo uno spettatore, per scoprire, per ascoltare e per cogliere tutte le sensazioni. Vorrei essere invisibile. Alo stesso modo quando esco, lo faccio in religioso silenzio, sempre da dove sono entrato, come un sub che riemerge. In questo modo rimane un’ esperienza impressa nella mia mente, un film che è solo mio, una bolla spazio temporale di cui porto testimonianza con le sequenze fotografiche“.

(Padovanet – rete civica del Comune di Padova)