VERSO UNA NORMA CHE REGOLAMENTI I DEHOR: CATEGORIE FAVOREVOLI, COMUNI CONTRARI

BERTIN (ASCOM CONFCOMMERCIO): “D’ACCORDO COL MINISTRO URSO QUANDO DICE “REGOLE CERTE”: GLI INVESTIMENTI NON POSSONO ESSERE IN BALIA DI INTERPRETAZIONI”

All’assemblea generale di Confcommercio il passaggio sui dehor (gli spazi attrezzati al di fuori dei locali) da parte del Ministro Adolfo Urso è stato uno dei più applauditi.
“Stiamo lavorando alla legge annuale sulla concorrenza – ha detto il Ministro delle Imprese e del Made in Italy – con misure importanti come quelle sui dehor, così potrete investire con regole certe. D’altra parte, le strutture ricettive sono una forza del nostro Paese”.
La questione non è di poco conto, se non altro perché, a fronte di un’entusiastica adesione delle categorie, c’è la netta opposizione dei Comuni che si vedono sfilare una delle materie sulle quali hanno sempre avuta l’ultima parola. Almeno fino allo scoppio del Covid, perchè da quel momento l’imperativo è stato “fuori piú che si può, per non smettere di lavorare”.
Adesso però che la pandemia è un (triste) ricordo, il tema torna in tutta la sua importanza. E i Comuni vorrebbero poter ritornare ad avere il coltello dalla parte del manico.
“Non conosco il progetto del governo nei dettagli – commenta Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – però non vi è dubbio che va sottoscritto il pensiero del Ministro quando dice che “finalmente le imprese potranno investire con regole certe“. Troppe volte e in troppi contesti ci siamo trovati ad investire per poi vederci limitati se non, addirittura, impediti dal mettere a frutto ciò che avevamo progettato”.

Dunque: certezza del diritto. E non solo per i dehor.
“Capisco le preoccupazioni dei sindaci che temono un’invasione di tavolini sui marciapiedi, ma se i limiti sono ben precisi non vedo perchè impedire che un’attività possa avere anche uno spazio esterno che rispetta le regole. Ripeto: troppe volte e in troppe occasioni abbiamo visto colleghi sanzionati per l’incertezza della norma”.
Bertin, in questo senso, ha una raccolta intera di segnalazioni che vanno dalla multa per mancato pagamento della tassa sulla pubblicità per un cartello esposto all’interno del negozio “ma visibile anche dall’esterno”, alla paventata eliminazione dei “funghi” che rendono fruibili i dehor anche durante la stagione fredda.

“Quest’ultima sembra sia una questione sollevata dalla Soprintendenza che è intervenuta sulle giostre in Prato – continua Bertin – però mi permetto di obiettare che tra una giostra alta 10 metri che impedisce il cono visivo della Basilica di Santa Giustina (e alimenta presenze non sempre edificanti) e un fungo che riscalda o le bandiere che vengono esposte in un negozio tra via Belludi e via Donatello e che impedirebbero il cono visivo verso la Loggia Amulea, credo che le differenze esistano e siano piuttosto evidenti. Come mi sembrano piuttosti evidenti le differenze che esistono tra le giostre che si insediano per qualche settimana in un’area “delicata” e chi, invece, da una vita, ogni giorno, propone la propria merce, i propri souvenir e le proprie maglie sportive e ora sembra debba sbaraccare perchè disturba il selfie del turista (sia sempre benedetto!) con la Loggia sullo sfondo, forse perchè un selfie se l’è già rovinato col passaggio del tram!”

C’è insomma di che discutere. In attesa della norma.

“Che io spero – conclude il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – sia dettagliata e contemperi le esigenze di chi lavora, del decoro urbano, della tutela dei monumenti. Con un obiettivo: rendere il più accogliente possibile ai turisti una città come Padova che gli stessi turisti stanno privilegiando e che si meriterebbero anche qualche cantiere in meno e qualche parcheggio in più. Ma questo è un altro discorso!”

Padova, 24  giugno 2024

(Ascom Padova)