Elezioni Francia, dopo primo turno legislative ‘tregua’ sui mercati

E’ tregua sui mercati in Francia dopo l’esito del voto di ieri al primo turno delle elezioni legislative. Alla Borsa di Parigi, infatti, il Cac 40 ha chiuso in progressione dell’1,09% dopo aver aperto in progressione del 2,7%. Un’inversione di tendenza rispetto al mese di giugno durante il quale il Cac 40 aveva perso complessivamente il 6,4%, la peggior performance mensile dal 2022. La vittoria del Rassemblement National e dei suoi alleati con il 33,15% (davanti al Nuovo Fronte Popolare con il 27,99% e a Ensemble 20,83%) “non è ovviamente l’esito preferito dai mercati” ma “i due scenari peggiori, ossia una maggioranza assoluta massiccia del Nuovo Fronte Popolare – risolutamente anti business e determinato sfidare gli impegni presi con l’Europa – o di Rn potenzialmente molto spendaccione sembrano scartati”, scrive oggi ‘Les Echos’.

I titoli che avevano registrato le peggior performance nelle settimane scorse come le banche o le società di servizi agli enti locali hanno registrato questa mattina in borsa un buon andamento: Societé Générale +4,90%, Crédit Agricole +4% e Bnp Paribas +3,76%. “Per i mercati, l’assenza di tsunami per il Rn nelle elezioni legislative è piuttosto incoraggiante. Avevano anticipato questo risultato sulla base dei sondaggi. Non ci sono state spiacevoli sorprese”, scrive ancora il quotidiano economico francese. Sulla stessa linea anche ‘Le Monde’ che spiega che la tregua di oggi sui mercati nasce dal fatto che “alcuni investitori ritengono che i risultati del primo turno delle elezioni legislative hanno consentito di escludere sia l’ipotesi di un governo del Nuovo Fronte Popolare sia quella di una larga vittoria del Rassemblement National nel caso in cui i candidati arrivati terzi decidano di ritirarsi in modo sfavorevole all’estrema destra”.

La principale ragione che spiega il rialzo dei mercati azionari e dell’euro oggi, osserva in un report Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di Ig Italia, “risiede nel fatto che sono diminuite le probabilità per una maggioranza assoluta del Rn di Marine Le Pen e Jordan Bardella e sono aumentate quelle per un ‘hung parliament’ che potrebbe portare a un governo tecnico. Le nostre aspettative sono legate alle prime dichiarazioni dei diversi gruppi politici sui possibili ritiri, e quindi l’apertura dei negoziati in vista del secondo turno, che renderà molto meno probabile lo scenario della maggioranza assoluta per Rn. Queste trattative tra i vari partiti politici per formare un fronte contro Rn permetteranno molto probabilmente anche di appianare le proposte politiche più radicali formulate durante la campagna elettorale da alcuni gruppi politici, quelle misure radicali soprattutto in materia fiscale, che sono tipicamente quelle che spaventano di più i mercati finanziari. La sospensione dell’attuazione della riforma sull’assicurazione contro la disoccupazione da parte del Primo Ministro Gabriel Attal è un segnale politico volto a incoraggiare questi negoziati per il secondo round”.

Scartata, salvo sorpresa, l’ipotesi di una maggioranza assoluta, a questo punto quella più probabile è quella di una maggioranza relativa per il Rn. “Il numero di ‘triangolari'” per il secondo turno delle legislative il 7 luglio “riduce le possibilità che il Rn ottenga la maggioranza assoluta, il che limita i rischi sulle azioni europee, commenta Emmanuel Cau, di Barclays. Gli investitori scommettono su un parlamento diviso, che limiterà i rischi per l’economia francese. “Anche il Rn, nel peggiore dei casi, avrà solo una maggioranza assoluta molto risicata, e avrà bisogno dell’appoggio dei membri di Les Republicains fedeli a Eric Ciotti. Il partito non sarà quindi in grado di attuare la parte più radicale del suo programma”, afferma Wilfrid Galland, di Montpensier Finance. “Lo scenario più probabile – spiega dal canto suo Xavier Chapard, analista di Lbp Am – è quello di un Parlamento senza maggioranza assoluta e questo riduce il rischio di una vittoria degli estremi ma lascia la Francia in una situazione politica complicata”.

I mercati, sottolinea ‘Le Monde’, soprattutto credono a uno scenario ‘all’italiana’ che vede un governo dominato dal partito del presidente del Consiglio Giorgia Meloni “ma attento a preservare la sua credibilità di bilancio”. Tuttavia osserva il quotidiano francese il rimbalzo di oggi in borsa “potrebbe essere fragile” anche perché per molti analisti “qualsiasi siano i risultati del secondo turno e le loro conseguenze istituzionali, è poco probabile che i mercati, ad iniziare dal mercato obbligazionario, ritrovino rapidamente i livelli precedenti allo scioglimento dell’Assemblée Nationale a causa dell’incertezza legata alla costituzione del futuro governo e alle sue prime decisioni”.

“La futura maggioranza avrà la necessità di inviare rapidamente messaggi sufficientemente chiari per dare visibilità e ricostruire la fiducia”, afferma Frédéric Puzin, fondatore della società di gestione Corum. Gli investitori, infatti, temono un deterioramento dei conti pubblici francesi anche se l’impatto sulla finanza pubblica di un nuovo governo potrebbe essere limitato dall’assenza di una maggioranza assoluta all’Assemblée Nationale.

“In caso di disaccordo sulla legge finanziaria, il budget 2024 potrebbe essere posticipato di mese in mese, il che non è rassicurante per gli investitori”, sottolinea Franck Dixmier, responsabile globale del reddito fisso di Allianz Gi citato da ‘Les Echos’. Tanto più che la Francia, osserva il quotidiano economico, “è già oggetto di particolare attenzione da parte dei mercati. Le sue finanze pubbliche si sono deteriorate alla fine del 2023, portando al declassamento del rating della Francia da parte di S&P a maggio e all’apertura di una procedura per i disavanzi eccessivi a giugno da parte della Commissione Ue”. Il rapporto deficit/pil della Francia nel 2023 si attesta infatti al 5,5% mentre il debito/pil ha raggiunto il 110%.

“La situazione politica frammentata – spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro – potrebbe preannunciare futuri problemi per l’economia francese, la seconda più grande d’Europa. Le paure delle scorse settimane, tra cui il timore di una possibile Frexit o di politiche fiscali populiste che avrebbero potuto scatenare una crisi finanziaria simile a quella vissuta con Liz Truss, si sono dissipate, spingendo gli acquisti odierni. Le ricadute macroeconomiche sul resto d’Europa sembrano essere limitate, rendendo difficile prevedere implicazioni dirette per la politica monetaria della Bce al momento. E’ essenziale, quindi, considerare con cautela l’ottimismo odierno. Mentre gli investitori oggi festeggiano, resta da vedere se questa euforia si tradurrà in benefici concreti per l’economia francese”.

(ADNKRONOS)