Appello del pediatra a ristoranti e spiagge: “Mezze porzioni e punti allattamento”

(Adnkronos) –
Mezze porzioni nel menù, facendo attenzione a dimensioni e texture dei cibi, per soddisfare l’appetito dei bambini senza scoraggiarli con dosi eccessive o pietanze difficili da mangiare. Ma anche mini-assaggi formato ‘amuse bouche’ per solleticare il palato dei piccoli. Con in più il vantaggio del risparmio, sia per i genitori sia per le cucine che eviteranno sprechi. E poi accessibilità per passeggini e carrozzine, e punti allattamento aperti a tutti e ben segnalati. Il pediatra Italo Farnetani lancia un appello ai gestori di bar, ristoranti, hotel e stabilimenti balneari: inclusione e proposte studiate ad hoc per i baby-turisti e le loro famiglie. L’occasione è la settimana di incontri che a Fasano, in provincia di Brindisi, culminerà sabato 6 luglio con la consegna ufficiale delle
Bandiere verdi 2024
alle località di mare a misura di bimbo, scelte ogni anno dai pediatri fin dal 2008.  

“Le mezze porzioni – spiega all’Adnkronos Salute Farnetani, professore ordinario di Pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta e ‘papà’ delle Bandiere verdi – almeno fino ai 10-12 anni d’età rappresentano la quantità ideale di cibo che il bambino mangia volentieri e che gli è sufficiente per uno sviluppo sano e armonico. Inoltre dimezzano i costi per i genitori e permettono agli esercenti di evitare sprechi alimentari”. Attenzione, però: non basta, e non serve nemmeno, dividere per 2 tutte le ricette previste dalla carta. Le mezze porzioni che teorizza Farnetani sono mirate: “Vanno offerte per gli alimenti più amati dai bambini e, oltre alle giuste quantità, devono garantire anche forme e consistenze adatte. Cibi morbidi e di dimensioni contenute, perché il bambino – ricorda il pediatra – ha una bocca piccola e un’arcata dentaria più debole, non completamente sviluppata fino all’età di 11-12 anni. Di conseguenza ha difficoltà a introdurre e masticare alimenti grossi o tenaci”. 

Qualche esempio a cominciare dalla pizza, “immancabile”. Farnetani consiglia di dimezzare “sicuramente la Margherita, che resta la versione più gradita fino all’età di 6 anni; poi la “Würstel, prediletta successivamente”, senza dimenticare “quella con le patatine fritte” che è trasversale e “piace sempre a tutti. Per le altre pizze è superfluo preparare mezze porzioni”. Lo stesso per i primi: l’esperto suggerisce di proporre in versione dimezzata “solo quelli che prevedono riso o pasta corta tipo farfalle, molto gradite ai bambini. Inutili invece le ‘mezze’ per formati lunghi o corti voluminosi tipo paccheri, più complicati da mangiare per i piccoli”. Passando ai secondi, via libera del medico alle mezze porzioni “per tutti i cibi impanati e fritti (rigorosamente in olio d’oliva), soprattutto le polpette. Sono perfette e vanno fatte possibilmente piccole, grandi quanto un’oliva ascolana”. Idem “l’hamburger: piace molto, ma meglio servirlo come mezza porzione e piccolo, sempre perché si mette in bocca più facilmente e si mastica bene”. Per concludere con “la garanzia di un vero successo”, nel piatto dei formaggi “pezzettini di parmigiano” e per dolce “crostata con la crema di nocciole o gelato in mini-coni. Uno o più gusti, come vorrà il bambino”. 

Oltre alle mezze porzioni, secondo il pediatra “andrebbe prevista anche qualche porzione singola: una polpetta, un involtino, piccoli assaggi. I bambini sono abitudinari e poco inclini alle novità – avverte infatti Farnetani – quindi, specialmente se una pietanza non l’hanno mai provata, anche la mezza porzione potrebbe risultare eccessiva”.  

Sistemata la questione menù, il medico passa in rassegna un paio di “altri ‘optional’ che consiglio. Innanzitutto, prevedere la possibilità di raggiungere il punto di ristorazione anche con passeggino e carrozzine. Grazie alle rampe per i diversamente abili in genere è possibile farlo”, ma spesso resta il ‘nodo parcheggio’: “Andrebbe previsto anche un posto dove potersi fermare con passeggino o carrozzina”. Ancora, occhio alla ‘mise en place’: “E’ consigliabile che gli esercizi di ristorazione abbiano anche delle stoviglie adatte ai bambini” da portare in tavola, apparecchiandola magari con “tovagliene colorate dei personaggi più amati dai bimbi”. 

Ultima idea: i ‘baby pit stop’ per mamme e bebè. “Suggerisco di allestire dei punti di allattamento negli stabilimenti balneari, nei bar, nei ristoranti o negli alberghi, aperti anche ai non clienti dell’esercizio. Non servono grandi lavori – osserva l’esperto – basta una stanza anche piccola, ma riservata, possibilmente fresca, arredata con gusto e gioiosa, in cui la mamma si possa fermare per allattare il suo bambino. Ogni esercente potrà poi attrezzare l’ambiente come preferisce, con fasciatoio, lavandino, acqua fresca. E’ un grosso servizio che si farebbe alle famiglie, alle madri e all’infanzia – conclude Farnetani – ma è anche un modo semplice per promuovere la propria attività indicando il punto allattamento sul sito e con apposita segnaletica”. 

(Adnkronos – Salute)

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