Chiamate indesiderate e mute, quando il telemarketing diventa truffa

Chiamate indesiderate, a tutte le ore. Chiamate mute, con rumori ambientali in sottofondo. Non sono gli scherzi telefonici di una volta ma quasi sempre pratiche commerciali aggressive, e scorrette, di telemarketing e teleselling. Ovvero, promozione e vendita di servizi attraverso sistemi automatizzati o con l’intervento di un operatore. Nei casi peggiori, sono telefonate che servono a sottrarre dati utili per le truffe. Succede spesso e succede a molte, troppe, persone. E quando i danni sono fatti, non restano che le denunce.

L’aumentare delle segnalazioni ha portato, su più fronti, a stimolare la ricerca di soluzioni più efficaci di quelle messe a punto finora, come il Registro delle opposizioni. Un primo passo è stato fatto. A seguito dell’accreditamento del Codice di Condotta con provvedimento del Garante per la Protezione dei Dati Personali, è stato costituito l’Organismo di Monitoraggio del Codice di Condotta per il Telemarketing e Teleselling. Composto da nove membri, l’Organismo ha avviato la sua operatività con l’obiettivo di rendere effettivo il Codice e garantirne l’osservanza da parte degli aderenti.

Non basta, ovviamente. E’ un settore che sfugge sistematicamente al controllo, anche perché i numeri di telefono privati sono ormai commercializzati e scambiati come un bene prezioso. Finiscono nelle liste delle agenzie che si muovono per ‘piazzare’ tariffe di gas, luce e acqua, in quelle delle agenzie immobiliari, nelle telefonate di Amazon (che non sono di Amazon) che promettono investimenti vantaggiosi.

Incide anche il periodo di passaggio dal mercato tutelato al mercato libero, come ha evidenziato il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli: “In una fase di passaggio obbligato di milioni di utenti dal mercato tutelato al mercato libero, lo sfruttamento del canale telefonico si è intensificato ed ha assunto spesso carattere di aggressività”. Servono sanzioni, ha aggiunto, a chi contatta “telefonicamente, a fini commerciali, i consumatori che non vi abbiano previamente ed esplicitamente consentito, chiedendo l’inclusione nell’apposito registro pubblico”.

L’evidenza dei fatti, le telefonate che continuano ad arrivare a qualsiasi ora, dice che c’è ancora tanta strada da fare. Una proposta di legge da poco presentata dal Partito Democratico, primo firmatario Piero De Luca, presentata con Anna Ascani, vicepresidente della Camera. “Il telemarketing selvaggio mette a serio rischio la tenuta delle famiglie, la loro serenità e privacy. Spesso ricevono telefonate continue non richieste e abbiamo visto che il registro delle opposizioni non ha funzionato abbastanza”, ha sintetizzato De Luca, indicando l’obiettico dell’iniziativa legislativa: “E’ introdurre nell’ordinamento italiano il sistema opt-in, adottato già in Olanda e Repubblica Ceca, che prevede il divieto generalizzato di effettuare telefonate di natura commerciale verso numeri telefonici fissi o mobili, appartenenti a soggetti che non abbiano preventivamente fornito il loro consenso a ricevere tali comunicazioni”.

E’ una strada che consentirebbe, almeno, di ribaltare la prospettiva. Ci si iscrive a un registro se si vuole accedere al telemarketing e non, al contrario, per difendersi dal telemarketing. Il tema resta sul tavolo, anche perché non si sta parlando di un fastidio ma del rischio, per chi è meno avveduto e ha meno strumenti, come gli anziani, di cadere in raggiri e truffe. (Di Fabio Insenga)

(ADNKRONOS)