A MAGGIO ANCORA UNA FLESSIONE DEL MERCATO DELL’AUTO

Massimo Ghiraldo: “Tutto previsto dal momento che mancava il decreto per gli incentivi. Adesso che c’è speriamo nell’inversione di tendenza”.
Preoccupazione per i fondi (201 milioni di euro) esauriti in poche ore il primo giorno di attivazione della piattaforma ministeriale. Dallo stanziamento mancano però altri 178,3 milioni di euro.
“Contiamo su quelli per non deludere chi andava incentivato”

“Potevamo mettere la mano sul fuoco: eravamo sicuri che maggio avrebbe registrato un altro dato in negativo. Speriamo vivamente che sia l’ultimo”.
Massimo Ghiraldo, presidente dei concessionari auto di Confcommercio Ascom Padova, commenta così l’ultimo tratto della “traversata del deserto” per il comparto dell’auto, anche a maggio in forte flessione: -6,6% a livello nazionale, -6,77% a livello veneto e -10,18% a livello provinciale.
Ma adesso, con l’arrivo degli incentivi ecobonus, attesi da sei mesi (ed è stato questo reiterato “effetto annuncio” il principale fattore che ha convinto gli automobilisti a rimanere “alla finestra”), la speranza è che ci sia una robusta inversione di tendenza.
Fiduciosi lo siamo sempre – continua Ghiraldo – però siamo anche preoccupati per quel che è successo lo scorso 3 giugno, primo giorno dell’apertura delle prenotazioni sulla piattaforma del ministero, quando in poche ore sono andate esaurite le risorse, ovvero qualcosa come 201 milioni di euro, destinati alle auto nella fascia con emissioni 0-20 gr/km di CO2, sostanzialmente i veicoli a trazione esclusivamente elettrica”.
La preoccupazione di Ghiraldo è quella di tutto il comparto: se da un lato si dovrebbe festeggiare la risposta immediata e consistente verso l’elettrico, dall’altro appare quantomeno strano che improvvisamente si sia manifestato un gradimento eccezionale per una tipologia di vetture che solo in minima parte avevano usufruito degli Ecobonus 2022 e 2023.
“Come rappresentanza nazionale – spiega il presidente dei concessionari dell’Ascom Confcommercio di Padova – abbiamo chiesto che le amministrazioni competenti approfondiscano un fenomeno che riteniamo del tutto anomalo e, a nostro giudizio, non in linea con quanto si proponeva l’intervento del governo, ovvero favorire cittadini e imprese. Così invece si rischia di tagliare fuori proprio quelli che si voleva avvicinare alla transizione green”.
Cosa possa essere successo è difficile a dirsi. 
“Nell’ambiente – riferisce Ghiraldo – si dice che una grossa realtà del noleggio abbia acquisito le prenotazioni, ma non si sa bene come e soprattutto perchè. Secondo il Ministero delle Infrastrutture, per contro, non ci sarebbero anomalie significative visto che il 62% delle prenotazioni sarebbe stato effettuato da persone fisiche e il restante 38% da persone giuridiche, tra cui le società di noleggio a lungo termine. Vedremo”.
E il “vedremo”  fa affidamento su altri 178,3 milioni di euro che, rispetto a quanto preventivato, non sono stati stanziati.
“Per mettere a disposizione questi ulteriori fondi servirà un decreto apposito – fa presente il presidente dei concessionari dell’Ascom Confcommercio di Padova – che, a questo punto, speriamo sia emanato il più presto possibile così da venire incontro a quanti hanno in animo di acquisire una nuova vettura”.
Intanto si guarda avanti.
“Partiamo dalla pubblicazione del decreto: questo è comunque un dato positivo se non altro a livello psicologico. Come abbiamo detto e come segnalano inconfutabilmente i dati sulle immatricolazioni, fino a tutto maggio gli automobilisti si sono mossi coi piedi di piombo. Per contro misure temporanee come questa, limitata all’anno in corso e dunque senza una visione d’insieme e di prospettiva, è difficile che permettano di raggiungere gli obiettivi di una transizione green”.
Resta poi due altre questioni fondamentali. La prima è quella di una riforma complessiva della fiscalità sull’auto, in particolare in materia di IVA e di tassazione dei benefit, senza la quale gli incentivi rischiano di trasformarsi in “pannicelli caldi” destinati prima o poi a perdere di efficacia. La seconda, non meno importante, è la capillarità ed efficienza delle infrastrutture di ricarica sul territorio nazionale.
In attesa dunque di capire meglio cosa sta accadendo (già qualcosa di più significativo ce lo diranno i dati di giugno), il consueto report sulle immatricolazioni del mese trascorso, indica in 1.694 le vetture immatricolate a maggio in provincia di Padova, contro le 1.886 del pari mese del 2023 con un calo, come si diceva all’inizio, del 10,18%. Complessivamente, i primi cinque mesi del 2024 segnano 8.815 immatricolazioni a fronte delle 9.036 dei primi cinque mesi del 2023. Dunque: -2,45%.
Con riferimento ai singoli marchi, solo tre superano le 100 immatricolazioni: sono Toyota con 182 vetture (erano 157 nel maggio 2023 per cui +15,92%); Volkswagen (129 contro le 128 di un anno fa e dunque +0,78%) e Kia (101 a fronte delle 98 del maggio ’23 che, in percentuale significano un aumento del 3,06%). Piuttosto distanti tutti gli altri marchi ad eccezione di Hyundai che si attesta a 85 immatricolazioni (ma nel maggio ’23 erano state 66 per cui guadagna un +28,79%) e Peugeot che arriva a 91 ma flette del 22,22% visto che un anno fa ne aveva immatricolate 117.

PADOVA 19 GIUGNO 2024

(Ascom Padova)