Microsoft, indagine antitrust in Europa per concorrenza sleale di Teams

Per la prima volta in quindici anni, Microsoft si trova nuovamente al centro di un’indagine antitrust da parte dell’Unione Europea. Questa volta, il colosso tecnologico è accusato di aver integrato illegalmente la sua applicazione di chat Teams nei pacchetti di abbonamento Office 365 e Microsoft 365, creando un vantaggio competitivo ingiusto. La Commissione Europea ha reso noto di aver notificato a Microsoft la violazione delle norme antitrust dell’UE. “La Commissione Europea ha informato Microsoft del suo parere preliminare che Microsoft ha violato le regole antitrust dell’UE legando il suo prodotto di comunicazione e collaborazione Teams alle sue applicazioni di produttività incluse nelle suite per aziende Office 365 e Microsoft 365”, si legge nella dichiarazione della Commissione.

Margrethe Vestager, responsabile della politica di concorrenza in Europa, ha espresso preoccupazione per il fatto che Microsoft possa dare un vantaggio al suo prodotto Teams rispetto ai concorrenti, legandolo alle sue popolari suite di produttività. “Se confermato, il comportamento di Microsoft sarebbe illegale secondo le nostre regole di concorrenza. Microsoft ha ora l’opportunità di rispondere alle nostre preoccupazioni”, ha affermato Vestager. In risposta, Microsoft ha separato Teams da Office in Europa lo scorso anno e ha successivamente reso Teams un’applicazione indipendente a livello globale. Tuttavia, queste misure non sono state sufficienti per evitare le accuse. Brad Smith, presidente di Microsoft, ha dichiarato al Financial Times: “Avendo separato Teams e intrapreso i primi passi di interoperabilità, apprezziamo la chiarezza aggiuntiva fornita oggi e lavoreremo per trovare soluzioni per affrontare le restanti preoccupazioni della Commissione”.

L’indagine antitrust è stata avviata in seguito a un reclamo per concorrenza sleale presentato da Slack nel luglio 2020. Slack aveva accusato Microsoft di aver “legato” il suo prodotto Microsoft Teams a Office, “installandolo forzatamente per milioni di utenti, impedendone la rimozione e nascondendo il vero costo ai clienti aziendali”. Se Microsoft verrà ritenuta colpevole di violazione delle norme antitrust, potrebbe affrontare una multa fino al 10% del fatturato annuo globale dell’azienda. La Commissione Europea potrebbe anche imporre rimedi per costringere Microsoft a modificare i suoi prodotti software, come già avvenuto in passato.

Nel 2004, la Commissione Europea aveva ordinato a Microsoft di offrire una versione di Windows senza Media Player, portando alla creazione di Windows XP N disponibile solo nei mercati dell’UE. Nel 2009, Microsoft fu costretta a implementare una schermata di scelta del browser nel suo sistema operativo Windows per garantire agli utenti la possibilità di scegliere tra diversi browser web, dopo anni di Internet Explorer distribuito con Windows. Nel 2013, Microsoft fu multata di 730 milioni di dollari per non aver incluso la schermata di scelta del browser in Windows 7 SP1.