Piracy Shield: nuove tecnologie, nuove strategie e nuove sanzioni per la lotta alla pirateria in Italia

Nell’era digitale, la pirateria non è un atto eroico alla “Robin Hood”, ma una minaccia gestita dalla criminalità organizzata che sottrae all’Italia circa 2 miliardi di euro all’anno. Il fenomeno non solo ha effetti negativi sul mercato del lavoro con la perdita di decine di migliaia di posti, ma presenta anche gravi rischi per la sicurezza, come l’uso fraudolento dei dati personali. Il Commissario Agcom Massimiliano Capitanio descrive le strategie e le misure adottate dall’Italia, nel corso degli ultimi dieci anni, che l’ha vista passare da una posizione di vulnerabilità a una di leadership nella lotta alla pirateria con l’introduzione di normative avanzate e il lancio della piattaforma Piracy Shield. L’adozione di questo sistema pionieristico ha permesso la disattivazione di migliaia di siti illegali con tempistiche record, segnando un’epoca di successo nella protezione dei diritti di proprietà intellettuale e nella tutela dei consumatori. (Video)

“La pirateria non è un fenomeno da Robin Hood, è un affare gestito dalla criminalità organizzata che sottrae al Paese circa 2 miliardi di euro ogni anno e fa perdere decine di migliaia di posti di lavoro. Dalla fruizione di contenuti pirata hanno origine anche i furti di dati personali che la malavita utilizza poi per fare truffe, per accedere ai conti correnti, per entrare nella domotica delle case, come hanno detto ufficialmente in più occasioni forze dell’ordine come la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato. Agcom ha iniziato a contrastare la pirateria circa 10 anni fa e ricordiamo che per circa 25 anni l’Italia era in una sorta di blacklist dei paesi che non adottavano degli strumenti idonei a contrastare il fenomeno della pirateria. Tra il 2013 e il 2014, è partito il primo regolamento che ha consentito di oscurare in 10 anni circa 4 mila indirizzi internet e quindi siti, portali che distribuivano contenuti pirata. La modalità era quella consentita dalla normativa di allora, ovvero l’adozione di procedimenti cautelari che potevano arrivare all’ordine di disabilitazione intorno ai 3-5 giorni. La novità fondamentale di Piracy Shield è sì la piattaforma, ma è il complesso, il combinato disposto tra la legge approvata in Parlamento a luglio del 2023 e il regolamento di Agcom. Grazie alle cosiddette ingiunzioni dinamiche, che sono la vera novità normativa che ha posto l’Italia all’avanguardia nel mondo con questa best practice, è possibile disabilitare i portali entro 30 minuti. In questi primi mesi di sperimentazione del Piracy Shield alcuni procedimenti sono andati a segno nell’arco di 5-10 minuti. Nei primi 6 mesi di sperimentazione della piattaforma sono stati disabilitati qualcosa come 23 mila indirizzi tra IP e FQDN, 23 mila contro i circa 4 mila che erano stati disabilitati nei 10 anni precedenti.”

Quali sono le tecnologie innovative e i metodi specifici che verranno impiegati per garantire questa rapidità? In che modo i grandi player internazionali interagiscono con Piracy Shield?

“Piracy Shield è il risultato di una grande alleanza che non è solo industriale, regolatoria, normativa, ma è anche una grande alleanza etica contro un fenomeno che rappresenta una piaga sottovalutata di questo Paese. A livello tecnologico questo è stato possibile perché c’è una grande collaborazione anche con gli Internet Service Provider, con le grandi compagnie telefoniche che hanno lavorato e quindi sostenuto anche dei costi per connettersi a questa piattaforma digitale che è uno strumento che consente ai detentori di diritti, in questo momento stiamo parlando prevalentemente di diritti sportivi, quindi eventi sportivi, partite di calcio, gran premio di Formula 1, partite di tennis, pallavolo, basket, di segnalare ad Agcom con un’istanza l’avvenuto atto di pirateria, quindi con un fotogramma della partita trasmessa, l’indirizzo su cui si appoggiano i pirati, la fotografia, lo screenshot. Agcom in maniera automatizzata esercita una funzione di controllo e certificazione della procedura e poi dalla piattaforma questa segnalazione arriva direttamente agli internet service provider che appunto devono per legge disabilitare il sito Internet o l’indirizzo FQDN o l’IP specifico entro 30 minuti. Con l’implementazione della legge lo strumento si sposterà anche sull’audiovisivo, cinema ed eventi streaming.”

In che modo Piracy Shield si integrerà con le leggi antipirateria italiane già esistenti? Sono previste modifiche legislative per supportare pienamente l’implementazione di questa nuova tecnologia?

“È doveroso ricordare che la tutela del diritto d’autore è una pietra miliare della difesa anche della nostra identità culturale e le prime leggi risalgono agli anni 40. Oggi la legge prevede che la disabilitazione dei siti, la legge 93 del 2023, avvenga entro 30 minuti, non solo per gli eventi sportivi ma anche per gli eventi live, le prime cinematografiche. Per rimanere sulla stretta attualità, uno dei film più visti in questi giorni, Inside Out 2, era usufruibile sulle piattaforme pirata con un danno alle sale cinematografiche, ai lavoratori delle sale cinematografiche, al sistema distributivo e al diritto d’autore, pregiudicando tra l’altro anche la bellezza dell’esperienza cinematografica. La legge 93 del 2023 specifica qual è il ruolo di Agcom nella disabilitazione di queste piattaforme, dal prossimo inverno, Agcom tramite Piracy Shield disabiliterà non solo l’accesso ai siti internet pirata che trasmettono eventi sportivi, ma anche si interesserà di prime cinematografiche, serie TV e eventi Live. Quando si affronta questo dibattito si sostiene che il problema reale che andrebbe discusso siano i costi, ma va ricordato che oggi la pirateria insiste anche su eventi in chiaro, penso alle partite di Coppa Italia che erano distribuite da Mediaset, ma che venivano comunque piratate perché i pirati utilizzano quelle partite per assorbire dei carichi pubblicitari. Poi un problema che si è posto in questi mesi sono gli strumenti che hanno utilizzato i pirata per difendersi dagli effetti della legge, quindi certificando che la legge e gli strumenti stanno funzionando. Per sfuggire alla legge sono stati utilizzati sistemi come servizi di cloud, di Open DNS, di VPN e quindi oggi si lavora sulla possibilità di estendere ulteriormente la normativa in modo da arginare queste scappatoie.”

Considerando che il 79% di chi si avvicina a contenuti pirata è consapevole che la pirateria è un reato, il 47% degli italiani invece non sembra percepire pienamente la gravità del fenomeno e i suoi impatti. Quali iniziative specifiche sono previste o sono state implementate per aumentare la consapevolezza pubblica sui rischi legali e sulle conseguenze economiche della pirateria?

“Fondamentalmente esiste un digital divide culturale in Italia per cui sul digitale ci consideriamo tutti nativi di digitale perché nasciamo con il cellulare in mano quando in realtà non conosciamo appieno, purtroppo, né le potenzialità positive né i tanti rischi. Basti pensare che nel 2023 c’è stato un aumento delle truffe online. Le truffe online sono aumentate del 6% e sono cadute vittime di una truffa online, quindi acquisti che poi non andavano a buon fine, piuttosto che pagamenti a finte società di viaggi, piuttosto che acquisti di biglietti inesistenti, solo nel 2023 12,7 milioni di italiani per un danno complessivo di almeno 137 milioni di euro. Manca sfortunatamente la consapevolezza del fatto che dietro quello schermo, dietro quel cellulare, ci siano anche organizzazioni criminali che gestiscono business come la pirateria, ma parallelamente organizzano truffe, furti di dati, furti d’identità, manca purtroppo una solida educazione al digitale. In questo Agcom vuole ovviamente giocare un ruolo, la legge 92 del 2019 ha reintrodotto in Italia l’educazione civica obbligatoria dalle scuole elementari fino alle scuole superiori, l’articolo 5 di quella legge prevede che ci sia un’educazione civica anche al digitale. Proprio poche settimane fa Agcom ha diramato ai core regionali, le nostre emanazioni territoriali, delle linee guida per il cosiddetto patentino digitale, per portare nelle scuole delle azioni di educazione civica digitale, che riguardano prevalentemente sia la video education, la difesa dalle fake news, ma anche un’introduzione alla legalità, quindi la prevenzione dei tanti reati che vengono commessi e anche la conoscenza degli strumenti con cui difendersi.”

Data l’introduzione di nuove misure legislative antipirateria nel 2023 e il riferimento all’efficacia delle sanzioni amministrative e penali nella riduzione della pirateria, quali sono le specifiche sanzioni previste per chi viola queste leggi? In che modo Piracy Shield facilita l’identificazione e l’applicazione di queste sanzioni contro gli utenti e i fornitori di contenuti piratati?

“Questo è un aspetto molto importante e che si lega alla mancata consapevolezza di prima, nel senso che il percorso di contrasto alla pirateria è un percorso graduale che non deve essere appunto punitivo ma educativo e questo è il motivo per cui ovviamente l’azione principale delle forze dell’ordine ma anche delle autorità è stato, normalmente, principalmente rivolto alla disabilitazione del sistema criminale. Però è anche vero che l’utente che si collega a un’applicazione pirata, a un sito internet pirata, consapevole del fatto che stia “rubando” un contenuto non è tuttavia consapevole della gravità della situazione perché al momento si è deciso come sistema paese di colpire prevalentemente le organizzazioni. Qualche volta sono arrivate anche le sanzioni. La legge 93 del 2023 però per dare un segnale chiaro ha inasprito pesantemente queste sanzioni, per cui chi guarda un film o una partita di calcio o una partita di tennis tramite un’applicazione di sito pirata, oggi rischia una sanzione che va da 150 euro fino a 5000 euro. Banalmente chi utilizza il cosiddetto pezzotto è passibile di una sanzione di 5000 euro perché avendo sottoscritto un abbonamento evidentemente illegale è pienamente consapevole di un fenomeno di illegalità e tra l’altro lo reitera giorno dopo giorno. Poi ovviamente si vanno a colpire prevalentemente le organizzazioni di questi business criminali, in questo caso le sanzioni arrivano fino a 15.000 euro, una cifra che sembra effettivamente ancora non congrua a fronte dei 2 miliardi di Euro che vengono rubati al sistema paese ogni anno. Invece chi fa, chi gestisce queste organizzazioni, questi server, questa distribuzione del segnale clonato dei detentori di diritti rischia da 6 mesi fino a 3 anni di carcere. Quindi c’è un sistema normativo, solido e assolutamente aggiornato. E’ ovvio che l’integrazione con Piracy Shield, la collaborazione con la Guardia di Finanza, la Polizia Postale e le procure, metterà o comunque può mettere a disposizione delle forze dell’ordine i dati delle persone che su quei sistemi pirata circolavano. Una volta associato l’indirizzo IP, quel numero di telefono di casa, il numero di cellulare alla visione di quel contenuto, chi di dovere procederà con le sanzioni.

In che modo la pirateria può influire sulla distribuzione dei diritti televisivi nel calcio?

I diritti sportivi sono una parte importantissima del ricavato economico con cui le squadre di calcio alimentano i settori giovanili, le prime squadre possono coltivare talenti. Dopo la drammatica esperienza di quest’ultimo Europea, c’è bisogno di squadre che possano investire risorse. Ovviamente i numeri non sono paragonabili a quelli della Premier League perché l’Italia, la Lega Serie A, ha conseguito ricavi per circa 2,9 miliardi nell’ultima alza dei diritti che sono meno della metà dei 6 miliardi registrati della Premier inglese. Però è chiaro che la pirateria sottrae risorse economiche al mondo del calcio. Ed è un problema che non è solo italiano perché anche in Francia c’è una forte difficoltà a mettere all’asta o comunque a vendere i diritti televisivi se esistono diffusamente strumenti di illegalità facilmente disponibili e su cui è sempre più necessaria una forte collaborazione etica anche con le grandi piattaforme che per esempio possano attuare come è previsto già dalla legge, delle azioni di cosiddetto marketing di incitazione. Se si interrogano i principali motori di ricerca globali su come vedere la partita gratis, il motore di ricerca non dovrebbe agevolare questa ricerca. Motori di ricerca che poi gestiscono anche sistemi di DNS che dovrebbero non consentire agevolmente l’accesso a queste piattaforme, perché il problema riguarda anche la sicurezza dei dati degli utenti. Ma il problema è anche economico. Una bellissima campagna realizzata da FAPAV, la Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, “We Are Stories” racconta la storia di tanti giovani che vivono del mondo cinematografico, di quello sportivo, telecronisti, registi, operatori, doppiatori, traduttori e che inevitabilmente soffrono delle perdite economiche patite dai sistemi colpiti dalla pirateria.

L’Autorità è attiva anche sul fronte della tutela degli utenti che fruiscono di contenuti live in caso di disservizi (malfunzionamento delle piattaforme, ritardi nello streaming, scarsa qualità delle immagini, etc.). Non tutti sanno che possono far valere i propri diritti grazie a Conciliaweb, il servizio gratuito messo a disposizione da Agcom.

L’Autorità garante per le comunicazioni nasce come grande tutor, grande protettore degli utenti sotto tantissimi profili. Ricordo per esempio che le persone con disabilità possono avere accesso alla telefonia con tariffe e abbonamenti scontati fino al 50% grazie ad alcune azioni messe in campo da Agcom. Esistono strumenti quotidiani di tutela dei minori e delle persone in difficoltà, penso per esempio al Parental Control che è attivato gratuitamente su tutte le sim intestate o gestite da minori da novembre scorso. Questa iniziativa ha rappresentato un grande sforzo economico da parte degli operatori telefonici, ma è un servizio fondamentale, colgo l’occasione di questa intervista, per invitare i genitori ad attivarlo gratuitamente perché è uno scudo contro pornografia, vendita di droga, di armi, sette sataniche, ludopatia e tanti altri contenuti che sono pericolosi per i minori. Poi ci sono dei servizi che funzionano, che sono molto utilizzati, ma magari non appartengono alla cultura popolare come il ConciliaWeb che è la piattaforma che consente da anni agli utenti di far valere i propri diritti quando ci sono delle controverse con le compagnie telefoniche, perdita di numero, mancata attivazione dell’abbonamento, bollette che vengono duplicate e dallo scorso anno, tramite questa piattaforma accessibile da Internet all’indirizzo conciliaweb.it, è possibile far valere le proprie ragioni anche in caso di disservizi con gli abbonamenti alle pay TV. Emblematico il caso di Dazn che mise a disposizione direttamente anche dei rimborsi per gli utenti, anche a seguito dell’azione dell’autorità che tra l’altro impose per la prima volta a livello europeo anche delle migliorie nel CDN a livello gestionale e distributivo del segnale. Agcom tramite Conciliaweb dà la possibilità agli utenti di poter segnalare e ottenere eventuali rimborsi in caso di disservizio, ma tema molto più pop, per esempio Agcom è la stessa autorità che in occasione della semifinale di Champions League tra Inter e Milan ha indotto la trasmissione in chiaro dell’evento. Agcom garantisce infatti l’accesso ai contenuti più popolari come il Festival di Sanremo, le partite della nazionale di calcio, alcune finali di altri eventi sportivi, la prima della scala, e tutti quegli eventi di particolare interesse culturale e popolare.

(ADNKRONOS)